Immaginatevi un albero di Natale riccamente addobbato con palle, festoni e luci intermittenti e, sparsa per terra, una gran quantità di pacchi e pacchetti avvolti in carta colorata e chiusi da nastri preparati da mani esperte. E poi il fuoco che scoppietta nel camino mentre fuori, nel buio della notte, fiocchi di neve cadono fitti a imbiancare la campagna. E, ancora, una grande tavola sontuosamente imbandita, e amici e parenti che mangiano e ridono e brindano felici. E adesso immaginatevi che durante quella cena una collana sparisca e non sia possibile trovarla da nessuna – ma veramente nessuna – parte; o che su quel tappeto immacolato di neve spicchino chiarissime le orme di qualcuno diretto verso una casa da dove – dopo aver ucciso un uomo – se n'è andato senza lasciare altre impronte. E allora sarà con un po' di timore che aprirete quei pacchetti sotto l'albero, perché… già, perché è Natale il giorno in cui, come vi renderete ben presto conto, possono succedere le cose più strane, come un morto che ascolta la radio, un cadavere che si cambia il cappello, un maggiordomo che si trasforma in investigatore, un codice che diventa poliglotta, delle statue di cera che si muovono nella notte, due scarpe che se ne vanno in giro da sole, e poi... buon Natale!
Gli autori e i racconti contenuti in questa antologia sono i seguenti: H. C. Bailey, “L'assassino sconosciuto” (1923); Nicholas Blake, “Un problema in bianco” (1949); Marjorie Bowen, “Una buona bevanda calda” (1928); Agatha Christie, “Una tragedia natalizia” (1932); John Collier, “Di ritorno per Natale” (1951); Joseph Commings, “Serenata per un assassino” (1957); Carter Dickson, “Persone o cose ignote” (1940); Fergus Hume, “Il tocco del fantasma” (1906); Ngaio Marsh, “Il morto che ascoltava la radio” (1939); Ellery Queen, “La bambola del delfino” (1948); Mary Roberts Rinehart, “La vigilia di Natale del maggiordomo” (1941); Dorothy L. Sayers, "La collana di perle" (1933); Lillian de la Torre, "Il codice di Natale (1946); Ethel Lina White, "Statue di cera" (1930); Cornell Woolrich, "L'impronta dell'assassino" (1943); Nicholas Blake, soluzione di "Un problema in bianco".
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“I maestri del giallo classico, a partire da Agatha Christie, lo hanno sempre saputo: quello delle Feste è uno dei periodi che meglio si presta come sfondo per delitti e assassini vari. Certo, il contrasto tra l'atmosfera gioiosa e l'orrore della morte. Ma soprattutto la convivenza forzata con il parentame vario, che fa nascere in molti istinti suicidi. Chi vuole sublimare, o se preferite sfogarsi con la mente più che col corpo, ha un paio di alternative: o leggersi un bel giallo, tipo i racconti Delitti di Natale di Polillo, oppure giocare al Cluedo.” La Repubblica