Christopher St. John Sprigg (1907-1937), nato a Londra, figlio di un giornalista, a soli 15 anni iniziò a scrivere per lo Yorkshire Observer. Dopo aver diretto per qualche tempo l’Aircraft Engineering, un giornale di aviazione, all’età di 27 anni fu conquistato dalle teorie marxiste e, come vari intellettuali inglesi della sua generazione, si iscrisse al partito comunista. Nel 1936, allo scoppio della guerra civile spagnola, il partito raccolse fondi per acquistare un’ambulanza e Sprigg si offrì di condurla in quel paese. Al suo arrivo si unì ai volontari delle Brigate internazionali e il 12 febbraio 1937 venne ucciso in combattimento. Nonostante la morte prematura – non era ancora trentenne – aveva già scritto diversi testi di critica marxista e una raccolta di poesie, tutti pubblicati postumi sotto lo pseudonimo di Christopher Caudwell. Con il suo vero nome aveva invece firmato, oltre a libri sull’aviazione, sette romanzi gialli realizzati nell’arco di cinque anni. Nel primo, Crime in Kensington (1933, Omicidio a Kensington - I bassotti n. 184), compaiono i suoi personaggi per eccellenza, l’ispettore Bernard Bray della polizia di Londra e il giornalista investigatore Charles Venables. A eccezione di Crime in Kensington e The Perfect Alibi (1934, L'alibi perfetto - I bassotti n. 115), tutti i gialli dello scrittore sono inediti in Italia.
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OMICIDIO A KENSINGTONIn cerca di qualche pettegolezzo per la cronaca rosa del giornale su cui scrive, Charles Venables decide di lasciare la campagna e trasferirsi a Londra. Lady Viola, una sua cara amica, gli ha consigliato di soggiornare al Garden Hotel di Kensington. L’albergo è piacevole, si mangia bene, ha prezzi modici ed è frequentato da un gruppo di interessanti personaggi. Al suo arrivo, Charles assiste a un violento litigio tra i proprietari del posto, i coniugi Budge, cosa che lo... Christopher St. John Sprigg
L’ALIBI PERFETTOAntony Mullins, magnate inglese degli armamenti, viene trovato morto carbonizzato nel garage della sua villa in seguito a un incendio. L’ipotesi che si tratti di una tragica fatalità viene scartata dalla polizia del posto quando scopre non solo che l’incendio era stato provocato da un corto circuito di origine dolosa, ma soprattutto che al divampare delle fiamme l’uomo era già morto per un colpo di pistola alla testa. Le stranezze, però, non finiscono qui.... |