John Franklin Bardin (1916-1981), nato a Cincinnati, Ohio, ebbe un’infanzia e un’adolescenza tormentate e dolorose: perse in rapida successione la sorella maggiore e il padre mentre la madre, pochi anni dopo, divenne schizofrenica. Per le ristrettezze economiche dovette abbandonare presto l’università per trovarsi un lavoro. Da questo momento cominciò anche quel processo di formazione autodidattica comune a molti scrittori americani, caratterizzato da intense ed eterogenee letture (per un certo periodo fece il commesso in una libreria). Alla soglia dei trent’anni si trasferì a New York dove per quasi un ventennio lavorò come dirigente in un’agenzia di pubblicità. A partire dal 1946, nel giro di diciotto mesi, scrisse L’enigma dei tre omini, The Last of Philip Banter e Devil Take the Blue-Tail Fly, ma l’ultimo uscì solo in Inghilterra e non venne pubblicato in patria che nel 1967. A questi seguì, forse a causa del loro scarso successo, una serie di crime stories più tradizionali firmate con il nome di Gregory Tree. Bardin era troppo avanti per i suoi tempi: non apparteneva all’universo di Agatha Christie e Dickson Carr entro cui ancora gravitava gran parte dei giallisti del secondo dopoguerra, ma a quello di Patricia Highsmith, ancora di là da venire, o, semmai, alla tradizione di Poe.
John Franklin BardinBardin John FranklinJohn Franklin Bardin
L'ENIGMA DEI TRE OMINIUn giallo sbalorditivo e di rara potenza emotiva. Un vero e proprio incubo a occhi aperti. Un giovane con un ibisco rosso fra i capelli si presenta nello studio di uno psichiatra e, alla domanda sul perché porti quel fiore, risponde che Joe gli ha detto di farlo. Chi è Joe? “Oh, è uno dei miei omini. Quello col vestito viola. Mi dà dieci dollari al giorno per portare un fiore tra i capelli”. E chi sono gli altri omini? “Harry, che porta sempre... |