Martin Porlock (1899?-1981) è, insieme a Anthony Lawless e Oliver Fleming, uno dei tre pseudonimi di cui si avvalse Philip MacDonald per firmare la sua vasta produzione di gialli. Di discendenza scozzese, nipote e figlio d’arte, combatté nella cavalleria britannica durante la Grande Guerra. L’esperienza militare, insieme all’ambiente culturale in cui crebbe, ebbe notevole influenza sulla sua opera. Il personaggio più popolare delle storie che scrisse con il suo vero nome è infatti un ex militare, il colonnello Anthony Gethryn. Introdotto nel 1924 con The Rasp (Campana a morto), Gethryn comparve in dodici romanzi, l’ultimo dei quali è il celebre The List of Adrian Messenger (1959, I nove volti dell’assassino). La villa dei delitti (Mystery at Friar’s Pardon) è la più famosa delle tre storie scritte come Martin Porlock. Le altre due sono Mystery at Kensington Gore (1932) e X Vs. Rex (1933, Ignoto contro ignoto). Oltre che giallista di fama, MacDonald fu un fecondo sceneggiatore a Hollywood dove firmò, tra l’altro, l’adattamento cinematografico di Rebecca. Tra i molti suoi romanzi portati sullo schermo da illustri registi quali John Ford, John Huston e Michael Powell, ricordiamo The Rynox Mystery (1930, La strana fine di Mr. Benedik, I bassotti n. 22).
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LA VILLA DEI DELITTIÈ possibile morire annegati in una stanza nella quale non c’è nemmeno una goccia d’acqua? No, naturalmente, ma nell’antica dimora di Friar’s Pardon sembra che la cosa sia capitata più volte. La leggenda, infatti, narra che in una determinata camera da letto ben cinque persone sono decedute in quel modo inspiegabile. Ma Enid Lester-Greene, la famosa romanziera che ha appena acquistato la villa, non crede alle leggende. «Dimostrerò a tutti... |